Vecchi vitelloni in campagna elettorale

berlusconi_santoroIn una campagna elettorale ridotta, da una televisione vecchia, a una sequela di chiacchiere, scenette e gesti o gestacci più o meno memorabili, come sta andando il vecchio Berlusconi? Negli insuperabili limiti fissati in partenza – lui non ha nulla di nuovo da dire agli italiani, non ha nulla da dare all’Italia – Silvio se la sta cavando benone.

Si tratta di stare sulla cresta dell’onda, come un surfista dell’etere e dei bit. E lui questo sa farlo, grazie al controllo sui media:  una rendita monopolistica che neppure Monti ha cercato di intaccare. E grazie alla consumata abilità di intrattenere un pubblico svagato con storielle – stupide, magari – ma che destano l’attenzione. Ci ha raccontato della nuova fidanzata e dell’amore che, come al solito, sboccia in campagna elettorale; e ora ci ha proposto la sfida del samurai: Berlusconi contro Santoro e il suo Servizio pubblico.

Il risultato è quello documentato da Google Trend  attraverso l’analisi delle parole cercate dagli italiani su Internet: un’esplosione di interesse per Silvio (e per Santoro), che ha lasciato tutti gli altri in un cono d’ombra (vedi qui il grafico).

Berlusconi, il Narciso per eccellenza, è riuscito come in passato a orientare su di sé il discorso della campagna elettorale – come se la politica e il futuro governo non avessero questioni più gravi da affrontare. Se queste attenzioni, per Silvio, sono positive o negative per ora poco importa. Il primo passo è esistere, dunque essere visto; il secondo, emergere dal coro, preferibilmente con qualche mirabolante sciocchezza, qualche gesto grossolano, una battuta sguaiata.

Il resto, poi, lo fanno i media – anche quelli non suoi – che in un’epoca di sconfinato vaniloquio, per non ritrovarsi al margine col rischio di uscire di scena, devono prima di tutto inseguire il discorso altrui, dire quello che tutti stanno dicendo in un parlare conforme, omologato, spesso privo di uno straccio d’idea.

Chi sta lassù, sulla cresta dell’onda, in un’affabulazione continua e in una recita senza costrutto, sembra in una posizione invidiabile. Ma il prezzo da pagare, temo, è alto per tutti. Per chi intrattiene come per chi è intrattenuto. Basta guardare il candidato Berlusconi, uno che si è ridotto a spolverare le sedie: vuoto che più vuoto non si può. Prima quando c’era da governare, era tutto un bunga bunga. Ora che c’è da essere eletti, è tutto un talk show. Lui, di sé, dice: “L’è un laurà de la madona”. Ma se ci fossero ancora Flaiano e Fellini, su questo canovaccio avrebbero riscritto I Vitelloni.

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Un commento su “Vecchi vitelloni in campagna elettorale

  1. Fab ha detto:

    L’ho visto per curiosità solo 15 minuti su internet nel pezzo in cui leggeva la lettera a Travaglio!!

    Simply Disgusting!!!!

    Il solito Buffone di Arcore!! Anche peggio!!!!!!

    Cordiali saluti.

    Fab

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