L’austerity “keynesiana” del commissario Rehn

olli-rehn-2-mar13Il premio Nobel Paul Krugman le chiama “idee scarafaggio”: servono solo a contaminare il discorso ma per quanto uno si dia da fare a scacciarle, dimostrandone l’infondatezza, continuano a tornare. Si tratta di moleste idiozie che, simili a bacherozzi, possono annidarsi dovunque. Ma è l’ideologia dell’austerity, da un triennio dilagante in Europa, a esserne oggi uno dei più fecondi terreni di coltura. Continua a leggere

Grexit interruptus

eurogruppoLa cosa migliore che si può dire del pacchetto di aiuti approvato l’altra notte a Bruxelles dai ministri finanziari europei e dalla “troika” è che esclude, almeno per il momento, uno scenario di Grexit, e cioè di uscita traumatica della Grecia dalla zona euro. Sulla questione ho scritto un articolo per Economia Web, Grecia: i tre limiti dei nuovi aiuti, a cui rinvio per una sintesi di quel che è stato deciso, e per una succinta analisi delle implicazioni. Qui, potendo essere più esplicito, vorrei ridefinire i tre limiti, con metafora medica, nel seguente modo: Continua a leggere

Malati di austerity

austerità-merkel-monti-nov12“Abbiamo bisogno di trattenere il fiato per cinque anni e più” – così ha detto l’altro fine settimana la Cancelliera Angela Merkel. “Wir brauchen einen langen Atem von fünf Jahren und mehr”.

Atem, respiro: etimologicamente così affine ad Adam, Adamo. La lingua tedesca riconosce, fin dalle sue radici, che l’uomo è respiro. Il respiro è vita. Quando il respiro viene meno, spiriamo.

Chissà se dopo aver parlato a quel modo, Bundeskanzlerin Angela Merkel ha colto la necrofilia implicita nella metafora che aveva utilizzato. Continua a leggere

L’euro e le sue conseguenze non volute

draghi1Ad appena dieci anni dalla sua entrata in circolazione, è diventato difficile parlare dell’euro. In questi tempi di crisi sarà un’ancora di salvezza o piuttosto una pietra al collo? Ci si dibatte nell’ambiguità.

Quanto sia acuto il disorientamento degli italiani emerge ad esempio dall’ultimo sondaggio della Demos di Ilvo Diamanti, secondo cui un 47% di noi considera la moneta unica una fonte di “complicazioni necessarie” per la costruzione europea, e un altro 39% la ritiene una “complicazione e basta”. L’ingenuo ottimismo di chi vede solo vantaggi si è dimezzato rispetto a un decennio fa ed è condiviso da neppure un italiano su otto. Continua a leggere

Il Presidente dei record

Berlusconi salutaCon le dimissioni, attese per il weekend, scende il sipario su Silvio Berlusconi, la cui uscita di scena ha tenuto in fibrillazione, nei giorni scorsi, il mondo intero.

L’idea che potesse restare anche soltanto qualche settimana in più, per poi instradare l’Italia verso una paralizzante campagna elettorale, ha fatto crollare i mercati azionari da Milano a Francoforte, da Londra a New York, da Singapore a Tokyo, mentre i rendimenti sul debito italiano schizzavano oltre il 7%, fuori controllo. Continua a leggere

Repetita non iuvant

berlusconi_dormeFinalmente ho trovato una convincente anche se amara analisi della crisi italiana.

Il declino economico? Frutto di un progressivo “irrigidimento della struttura produttiva del paese”, chiusasi a difesa di privilegi corporativi, che “pesano negativamente sulla competitività delle manifatture e dei servizi italiani sui mercati internazionali”.  Le conseguenze sono “metodi di produzione e di organizzazione aziendali superati dai tempi,” uniti a costi di produzione più elevati che altrove.

Mancando le condizioni  per il successo nella nuova economia globalizzata, si assiste a processi di disinvestimento o di deriva verso l’economia sommersa, in modo da sfuggire tanto ai “controlli restrittivi delle corporazioni” che al fisco. Continua a leggere