Servizio pubblico e giochi di maiali

Berlusconi-Santoro-ShowChe servizio ha reso “Servizio pubblico” di Santoro, ospitando Berlusconi giovedì scorso? E a chi?

Ha senza dubbio offerto spettacolo, intrattenimento e un’ampia visibilità a chi vi ha partecipato – Berlusconi e Santoro in testa. Ma è così che si fa servizio pubblico?

Dipende. Intrattenere non è cosa da disprezzare, tutt’altro. E si può intrattenere anche facendo informazione politica alla vigilia di elezioni. C’è tuttavia un pericolo e bisogna esserne consapevoli: Continua a leggere

Fuga nella rete delle reti

porno-internetDi tanto in tanto vado sul sito di Alexa – una società che analizza i flussi di traffico su Internet e compila classifiche dei domini più cliccati – per vedere come cambiano le abitudini degli internauti. Era forse da quasi un anno che non lo facevo. E così quest’oggi, quando ho dato un’occhiata alla top 100 dei siti italiani, ho subito capito che c’era un’importante novità: i siti pornografici hanno scavalcato quelli d’informazione – un “sorpasso” che,  come cittadino e come giornalista, un po’ temevo e un po’ mi aspettavo.

Repubblica.it, che aveva storicamente guidato questo mio particolare ranking, e che resta la più seguita delle testate d’informazione online, è scesa al dodicesimo posto assoluto, superata da una video chat porno. Continua a leggere

Perché salvare il soldato Sallusti?

sallusti“Salvate il soldato Sallusti” è stato l’appello lanciato un paio di giorni fa, tra il serio e il faceto, da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. In un senso ben preciso, è un appello che condivido.

Non è che Alessandro Sallusti, ex-direttore di Libero e da ieri ex-direttore del Giornale dopo la condanna in via definitiva a 14 mesi di carcere per diffamazione, abbia buoni motivi per proclamarsi innocente o ergersi a vittima. Non li ha, né se si considera l’episodio in sé, né se si tiene conto, più in generale, dell’opera di disinformazione e di killeraggio a mezzo stampa, che è stata una specialità dei giornali da lui diretti in questi anni. Continua a leggere

Quando l’informazione va a puttane

prostituzioneProvocare suggestioni, radicare pregiudizi, trascurare la ragionevole osservazione della realtà: sono tratti distintivi del nostro modo di comunicare. C’è poi da stupirsi se siamo un paese confuso?

Mercoledì scorso il programma Le Iene ha messo in scena una delle sue solite provocazioni, questa volta sul tema, di stretta attualità “politica”, della prostituzione minorile.

“In Italia dieci milioni di uomini vanno con le prostitute”, ha premesso la Iena Matteo Viviani. Dopodiché ha mostrato un video in cui accompagnava Giulia, un’attrice ventenne bionda e accattivante, a fare la “bella di giorno” lungo un trafficato viale di Milano. Continua a leggere

Belpietro e il giornalismo double face

belpietroProspera in Italia un tipo di giornalismo che chiamerò “double face”. Per capire di che si tratta torniamo a una vicenda della scorsa settimana, che ha visto protagonista Maurizio Belpietro, un giornalista che da quindici anni fa il direttore – prima del Tempo, poi del Giornale, quindi di Panorama e ora di Libero – ed è un ospite tra i più ricercati dei talk show televisivi.

Belpietro cura anche una rubrica – La telefonata – all’interno del programma Mattino Cinque su Canale 5. Lunedì della scorsa settimana ha intervistato Silvio Berlusconi, all’avvio di una stagione di impegni giudiziari che il premier stava per inaugurare, quello stesso giorno, con un bagno di folla osannante (“Sei un mito!”) Continua a leggere

Un frullato di Frattini per Mr. Paxman

Dubito che vedremo mai Silvio Berlusconi intervistato da Mr. Paxman. Ed è un peccato. La comunicazione televisiva che piace al nostro premier è fatta di spot e messaggi preregistrati o letti al gobbo. C’è lui che inscena uno spettacolino e i sudditi che ascoltano tranquilli, lasciandosi cullare dalle sue promesse. A volte, per variare, c’è posto per qualche domanda. Ma si deve trattare di assist alla Pirlo, che gli consentano di brillare come centravanti di un’Italia campione del mondo. Ai pochi giornalisti che insistono con questioni vere tocca un trattamento da “comunisti” o da “malati di mente”. Continua a leggere

Maglie e magliari (2)

Vorrei riprendere l’”esegesi” che, nella prima parte di Maglie e magliari, avevo cominciato a svolgere delle due puntate di Qui Radio Londra della scorsa settimana, in cui Giuliano Ferrara ci ha proposto le sue “verità” sul caso Ruby.

Dopo aver presentato, martedì,  Ruby ‘Rubacuori’ come l’adultera del vangelo sottoposta al “linciaggio morale” degli scribi e farisei di Maglie, e aver congedato il suo pubblico invitandolo a far proprie le parole di Gesù: “Va’ e non peccare più”, Ferrara, mercoledì, è passato disinvoltamente dalla “imitatio Christi” alla “imitatio Silvii”. Continua a leggere

Maglie e magliari (1)

Erede dello spazio televisivo che fu del Fatto di Enzo Biagi, Giuliano Ferrara – tra martedì e mercoledì – ha messo in chiaro qual è la missione “giornalistica” del suo Qui Radio Londra: abolire i fatti, esaltare le passioni. Una su tutte: l’amore misericordioso per Berlusconi e le sue “trentatré ragazze”.

Nei dieci minuti delle due teleprediche, Giuliano “il Fedele” (in Rai non è tempo di “Apostati”) ne ha raccontate talmente tante che riportare alla realtà il suo librarsene lontano richiede un po’ di pazienza. Continua a leggere

No, non è la Bbc

Lunedì sera Giuliano Ferrara esordisce, subito dopo il Tg1, col suo nuovo programma Qui Radio Londra, che andrà a occupare nel palinsesto di Rai Uno il posto nobilitato, dal 1995 al 2002,  da Il Fatto di Enzo Biagi.

Già la scelta del titolo, le brevi dichiarazioni d’intenti rese da Ferrara in questi giorni, e il suo curriculum, bastano per dire che non vediamo l’ora di non vedere una trasmissione del servizio pubblico, la quale si annuncia, sotto diversi punti di vista, come una presa in giro.

Intanto, perché Qui Radio Londra? Il Fatto di Biagi si chiamava così perché in brevi e penetranti istantanee sviscerava la notizia del giorno. Qui Radio Londra, per converso, richiama alla mente l’arguto motto di Voltaire, Continua a leggere

Il ministro della Guerra

larussaNorberto Bobbio, in un saggio sul fascismo, ne definiva l’ideologia come antitesi della democrazia, pura violenza e negatività, “azione senza pensiero”. Sono parole che tornano alla mente guardando il video dello scambio intercorso tra il ministro La Russa e l’inviato di Annozero, Corrado Formigli, all’incontro degli “smutandati” di Giuliano Ferrara al teatro Dal Verme di Milano.

A una domanda, che gli viene rivolta in modo civile, pacato e sulla base di un chiaro interesse pubblico, il ministro ribatte prima con una gratuita e offensiva allusione alla “sorella” di Formigli e poi con un forsennato pestaggio dei piedi dell’inviato. Continua a leggere