Maglie e magliari (2)

Vorrei riprendere l’”esegesi” che, nella prima parte di Maglie e magliari, avevo cominciato a svolgere delle due puntate di Qui Radio Londra della scorsa settimana, in cui Giuliano Ferrara ci ha proposto le sue “verità” sul caso Ruby.

Dopo aver presentato, martedì,  Ruby ‘Rubacuori’ come l’adultera del vangelo sottoposta al “linciaggio morale” degli scribi e farisei di Maglie, e aver congedato il suo pubblico invitandolo a far proprie le parole di Gesù: “Va’ e non peccare più”, Ferrara, mercoledì, è passato disinvoltamente dalla “imitatio Christi” alla “imitatio Silvii”. Continua a leggere

Maglie e magliari (1)

Erede dello spazio televisivo che fu del Fatto di Enzo Biagi, Giuliano Ferrara – tra martedì e mercoledì – ha messo in chiaro qual è la missione “giornalistica” del suo Qui Radio Londra: abolire i fatti, esaltare le passioni. Una su tutte: l’amore misericordioso per Berlusconi e le sue “trentatré ragazze”.

Nei dieci minuti delle due teleprediche, Giuliano “il Fedele” (in Rai non è tempo di “Apostati”) ne ha raccontate talmente tante che riportare alla realtà il suo librarsene lontano richiede un po’ di pazienza. Continua a leggere

No, non è la Bbc

Lunedì sera Giuliano Ferrara esordisce, subito dopo il Tg1, col suo nuovo programma Qui Radio Londra, che andrà a occupare nel palinsesto di Rai Uno il posto nobilitato, dal 1995 al 2002,  da Il Fatto di Enzo Biagi.

Già la scelta del titolo, le brevi dichiarazioni d’intenti rese da Ferrara in questi giorni, e il suo curriculum, bastano per dire che non vediamo l’ora di non vedere una trasmissione del servizio pubblico, la quale si annuncia, sotto diversi punti di vista, come una presa in giro.

Intanto, perché Qui Radio Londra? Il Fatto di Biagi si chiamava così perché in brevi e penetranti istantanee sviscerava la notizia del giorno. Qui Radio Londra, per converso, richiama alla mente l’arguto motto di Voltaire, Continua a leggere

Il vero moralismo dei sostenitori del falso

ferraraI critici di Berlusconi, che ne chiedono le dimissioni, sarebbero dunque dei moralisti. Sepolcri imbiancati intenti a rivolgere contro gli altri un rigorismo etico che si guardano bene dall’applicare a sé stessi. Guardoni frustrati capaci solo di spiare nella privacy altrui.

Contro questi immorali moralisti si tratterebbe di innalzare i vessilli liberali dell’evoluta civiltà di cui sono portatori i Ferrara e gli Sgarbi, gli opinionisti a cui Berlusconi ha demandato il compito di perfezionare, dal prime time di Rai Uno, l’educazione civile degli italiani.

“In mutande ma vivi” – questa è la missione politica che ci viene vigorosamente proposta, il futuro che come nazione siamo chiamati a costruire. Continua a leggere