Cipro, l’euro e la paura dell’abisso

protests-in-cyprusIn un nuovo capitolo dell’interminabile crisi dell’euro, anche Cipro – dopo Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna – ha alla fine ottenuto un pacchetto di “aiuti” europei per evitare il collasso del suo sistema bancario, un default sovrano e la probabile fuoriuscita dalla moneta unica. Ci sono voluti almeno nove mesi di tattico attendismo, sull’orlo della catastrofe, e poi una settimana, poco più, di feroce negoziato, di passi falsi e di reciproche ostilità. Continua a leggere

La crisi e i giorni perduti dell’austerity

merkel-draghi-montiE’ utile ripercorrere, anche sommariamente, la storia della crisi. Serve a non farsi prendere in giro da chi oggi è intento a riscriverla per esonerarsi da ogni responsabilità e perseguire, come sempre, il proprio tornaconto. E serve a immaginare soluzioni meno inique, più sensate ed efficaci di quelle che continuiamo a subire, irrisi da una propaganda, che vociante “sale”, “sale, e poi ancora “sale”, per strombazzare inesistenti successi. Continua a leggere

Schaeuble, sudoku ed euro-crisi

schaeuble-sudoku3Sono contento di poter concludere l’anno con una buona notizia. Arriva dalla Germania, dall’autorevolissima voce del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. In un’intervista a Bild, il più popolare quotidiano tedesco nonché il più venduto giornale d’Europa, Schaeuble ha parlato della crisi dell’euro, dichiarando quello che tutti avremmo voluto sentire: “Ich glaube, wir haben das Schlimmste hinter uns”. Ovvero, “Penso che il peggio sia alle nostre spalle”. Era ora. Continua a leggere

Se questo è l’euro

golden-dawnC’è in giro, sui media, una gran voglia che l’austerity funzioni e i “sacrifici” portino frutto. E un gran bisogno di raccontare, e di raccontarci, qualcosa di consolatorio.

Così, la settimana scorsa, non c’è stato giornale che non abbia celebrato la discesa dello spread sotto la soglia dei 300 punti. Come se ci fosse, in quel numero peraltro subito risalito verso quota 350, un tocco di magia e di benaugurante presagio. E come se, con poca inflazione e un Pil in picchiata Continua a leggere

Grexit interruptus

eurogruppoLa cosa migliore che si può dire del pacchetto di aiuti approvato l’altra notte a Bruxelles dai ministri finanziari europei e dalla “troika” è che esclude, almeno per il momento, uno scenario di Grexit, e cioè di uscita traumatica della Grecia dalla zona euro. Sulla questione ho scritto un articolo per Economia Web, Grecia: i tre limiti dei nuovi aiuti, a cui rinvio per una sintesi di quel che è stato deciso, e per una succinta analisi delle implicazioni. Qui, potendo essere più esplicito, vorrei ridefinire i tre limiti, con metafora medica, nel seguente modo: Continua a leggere

La Grecia e l’arcipelago euro

greek flagC’è stato un periodo in cui preferivo definirmi cittadino europeo. Ora comincio a vergognarmene. Per un triennio la Grecia è stata sottoposta a un regime di “aiuti” che sempre più fa pensare alla rieducazione in un gulag.

L’economia e la società greca sono state devastate, e in sovrappiù si è infangata l’idea di Europa e messa gravemente a rischio la democrazia. Il debito pubblico, che si diceva di voler risanare, cresce fuori controllo e sta per toccare il 190% del Pil, mentre ancora i “partner” europei si illudono che possa essere interamente ripagato. Continua a leggere

L’euro, né moneta né unica né europea

DraghiNon vorrei esagerare a tal punto da descrivere l’euro come la cieca, fatale svolta storica che fa da innesco a un “Quarto Reich” germanico. La tentazione però c’è – ed è comprensibile se uno considera una serie di inquietanti circostanze.

Penso, ad esempio, ai benefici che la Germania ha tratto sinora dall’euro, speculari alle devastazioni subite da vari paesi periferici e del sud Europa; al ruolo di indiscussa leadership che nella nascita e gestione dell’euro hanno avuto la Germania, una commissione europea a guida ideologica tedesca, e una banca centrale europea d’impronta tedesca e con sede a Francoforte; alla tendenza secolare dei Reich germanici Continua a leggere

Eurodepressione

eurodepressioneVertice dopo vertice, l’Europa si stringe in una morsa di austerity in risposta alla crisi dell’euro. Si tratta di un rimedio sbagliato che parte da una diagnosi priva di fondamento. Ne parlo in un articolo che ho pubblicato su Economia Web. Lo trovate qui.

P.S. del 23 dicembre: per fortuna che c’è la Bbc. Con un po’ di grafici semplici e ben fatti è riuscita a spiegare meglio di chiunque altro perché la medicina che i paesi periferici dell’Eurozona (tra cui l’Italia) stanno assumendo a dosi massicce rischia di essere peggiore del male. Guardate qui.