Di tanto in tanto vado sul sito di Alexa – una società che analizza i flussi di traffico su Internet e compila classifiche dei domini più cliccati – per vedere come cambiano le abitudini degli internauti. Era forse da quasi un anno che non lo facevo. E così quest’oggi, quando ho dato un’occhiata alla top 100 dei siti italiani, ho subito capito che c’era un’importante novità: i siti pornografici hanno scavalcato quelli d’informazione – un “sorpasso” che, come cittadino e come giornalista, un po’ temevo e un po’ mi aspettavo.
Repubblica.it, che aveva storicamente guidato questo mio particolare ranking, e che resta la più seguita delle testate d’informazione online, è scesa al dodicesimo posto assoluto, superata da una video chat porno. E nella top 100, sono ben undici i siti pornografici – per lo più in ascesa – rispetto ai nove siti d’informazione, per lo più in flessione.
In tempi di crisi e di preoccupazione per il lavoro in calo, per il debito pubblico e le tasse in aumento, per lo spread in fibrillazione, ilSole24Ore.com – il principale sito d’informazione economica – ristagna al 54° posto assoluto, surclassato da ben sette siti pornografici.
Naturalmente, la pornografia è sempre stata popolare. E Internet ne è stata invasa fin dagli albori. Ma la recente esplosione del porno nella rete italiana rivela, con tutta evidenza, qualcosa di insolito e di particolare. Dopotutto, nella vicina Francia, la top 100 dei siti più frequentati include almeno undici siti propriamente d’informazione e solo cinque siti porno, il primo dei quali non supera il 32° posto nella classifica generale, ben alle spalle di storiche testate come Le Monde, Le Figaro e L’Equipe. E negli Stati Uniti – un paese che ancora sa imporre trend, mode e consumi – i siti d’informazione, nella top 100, sono tredici rispetto ai sei pornografici, il primo dei quali – al 35° posto – arranca dietro a un terzetto composto da Huffington Post, CNN e New York Times.
Non sono un sociologo, né uno studioso del fenomeno. Mi è solo balzato agli occhi, sollecitandomi a trovare una spiegazione. In modo dilettantistico e non del tutto serio, me ne sono venute in mente due, tra loro compatibili. La prima è che, con il collasso del berlusconismo, molti italiani abbiano messo meglio a fuoco qual era la qualità dell’informazione che, in genere, era stata loro somministrata. Nel momento in cui hanno pensato che si trattasse di un’oscena fabbricazione, costruita per titillare le passioni più basse, si sono orientati – potendo scegliere tra un simulacro e la realtà – a favore della pornografia autentica. Convinti, forse non a torto, che avrebbe riservato loro qualche soddisfazione in più o comunque qualche inganno in meno.
La seconda spiegazione è che di una crisi, che vivono con crescente disperazione, molti italiani preferiscono ormai non essere informati. Più liberi dal lavoro, che non trovano o stanno perdendo, e costretti a tagliare le spese per il prosciugarsi dei redditi, si sono ritirati davanti (o, con diversa prospettiva, dietro) al loro schermo. E lì ammazzano il tempo tra piccoli, quotidiani svaghi, alternando a un video porno una chat erotica.
Come libertà, nei tempi di Internet, non è granché. Segnala il degrado antropologico di sciami di individui in fuga da tutto: dai fatti come dalle finzioni, dalle fantasie come dai fardelli della vita di relazione – interpersonale o sociale che sia. La libertà povera di uomini soli e dunque – come osservava Paul Valéry – “in pessima compagnia”.
Buongiorno Sig. Bertoncello,
mi stupisco che ancora lei si stupisce del comportamento dell’italiano medio!!
Secondo me questo è dovuto al fatto che lei intellettualmente ed eticamente è davvero una cima e quindi frequenterà gente di un certo standing ma se si mettesse sulla lunghezza d’onda dello “street man italiano”, non si perde proprio niente ma svariate volte c’è da mettersi le mani ai capelli e quindi i conti tornano!!
Ma poi scusi nell’ignoranza crassa e beata dell’italiano medio, quali sono i passatempi preferiti:
pallone ( non giocato figurarsi!! ma solo visto e parlato ), mangiare, bere, tette e culi e un mare di chiacchiere:telefonino, facebook, ecc !!
Ma lei se li ricorda i filmetti semierotici con Lino Banfi e la Fenech che andavano in onda nei primi anni 80 e seguitissimi?
Allora ero un bambinetto e mi chiedevo: ma che senso ha fare film del genere? Ma la gente è fuori di testa a vedere ste robe?
Non è cambiato niente perchè alla fine dei conti:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/29/lignoranza-degli-italiani/65755/
Fab,
la ringrazio dei commenti. Mi permetta però di aggiungere che, all’origine del mio articolo, non ci sono intenti censori, né riguardo alla pornografia in sé, né riguardo al “comportamento dell’italiano medio”, che faticherei a definire. Quel che invece mi ha colpito, come scrivo, è l’esplosione, in Italia più che altrove, del traffico sui siti porno nel corso dell’ultimo anno, che si accompagna a un relativo declino dei siti d’informazione. I due fenomeni, in congiunzione, si prestano a essere interpretati come sintomi di fuga dalla realtà e di un più profondo disagio umano. La crisi, insomma, non è solo economica. E’ invece nel moltiplicarsi di sciami di “uomini soli e dunque in pessima compagnia”, che se ne possono cogliere le implicazioni più preoccupanti. Questo è quel che ho inteso dire.
Un cordiale saluto,
Giuseppe B.
“L’Ignoranza non è una benedizione. Ignoranza e’ poverta’.
Ignoranza è devastazione. Ignoranza è tragedia. L’Ignoranza è malattia.
Tutto ha origine dall’Ignoranza.”
by Jim Rohn
http://en.wikipedia.org/wiki/Jim_Rohn
Cordiali saluti
PS per carità, io sono italiano ( non me ne vergogno minimamente ma nemmeno ne vado fiero al 100%!) e riporto semplicimente dei fatti e quindi non ho voluto disprezzare il popolo italiano e comunque c’è da dire che l’ignoranza la fa da padrona un pò ovunque anche in USA la più potente nazione del mondo: l’industria finanziaria americana ha prosperato e fatto danni enormi grazie anche all’ignoranza totale dell’americano medio in materia!!
E l’americano medio in questo campo ( a differenza di tanta gente nel mondo che non parla inglese) non ha chissà quali giustificazioni per la sua ignoranza perchè in USA ci sono tonnellate di libri per tutti i gusti e livelli per farsi una cultura finanziaria minimamente decente e quindi non farsi fregare un centesimo!!
Mi scusi se l’ho chiamata Sig. Bertoncello, ma lei è uno dei pochi che va chiamato Dott. Bertoncello!! Perchè non solo lo è di fatto am soprattutto nella sostanza!!
Cordiali Saluti
Fab
Grazie mille della sua risposta!
E ora capisco meglio la sua analisi!
Cordiali saluti.
Fab