Quando l’informazione va a puttane

prostituzioneProvocare suggestioni, radicare pregiudizi, trascurare la ragionevole osservazione della realtà: sono tratti distintivi del nostro modo di comunicare. C’è poi da stupirsi se siamo un paese confuso?

Mercoledì scorso il programma Le Iene ha messo in scena una delle sue solite provocazioni, questa volta sul tema, di stretta attualità “politica”, della prostituzione minorile.

“In Italia dieci milioni di uomini vanno con le prostitute”, ha premesso la Iena Matteo Viviani. Dopodiché ha mostrato un video in cui accompagnava Giulia, un’attrice ventenne bionda e accattivante, a fare la “bella di giorno” lungo un trafficato viale di Milano.

Sul marciapiede dalle 10 alle 18, Giulia, a chi si fermava, si è offerta come una mela prelibata in un inaspettato giardino dell’Eden. Disponibile a seguire il cliente a casa o a soddisfarlo in albergo, accomodante di fronte alle richieste più sfiziose, senza alcun aggravio di spesa. Anzi, pronta a ogni sconto, tanto da accontentarsi in media di 45 euro a prestazione, ma con un massimo ribasso che si è spinto fino a trenta.

Per i clienti, l’occasionale incontro si trasformava in breve in un’incredibile cuccagna, che liberava la concupiscenza da ogni freno, lasciando pregustare la “cuccata” della vita.

Sogno “interruptus”

“Bella come lei non l’avevamo mai vista”, dice nel video un trasognato passante. E si può per un istante simpatizzare con la vittima del raggiro. Giulia, infatti, non è la solita, derelitta prostituta di strada, che il suo corpo lo svende davvero, e si vede. No, lei è un’attrice ben truccata, soddisfatta di sé, gentile e suadente con i disgraziati che circuisce. Nel suo animo, è una giovane che assapora il successo di un’esibizione per le Iene. Ed è un piacere di vivere che, anche questo, si vede, contagia, stimola alla condivisione.

Risultato? In venti casi la trattativa si è presto chiusa ed è scattato il “sondaggio in candid camera”: verificare quanti si sarebbero tirati indietro una volta saputo che la ragazza era minorenne. Ad accordo raggiunto, infatti, Giulia metteva all’improvviso in guardia di avere appena sedici anni. Solo quattro dei venti clienti hanno saputo interrompere il loro sogno, decidendo di soprassedere.

Conclusione densa di moraleggianti umori della Iena Viviani: l’80% del campione si è rivelato composto di “arrapati puttanieri”, indisponibili a rinunciare a una preda minorenne.

“Che Italia da schifo”, è l’istintivo commento che s’impadronisce del telespettatore. Un’Italia che invece di lavorare va a puttane e, nell’80% dei casi, è pronta a farlo con una minorenne!

Aboliamo la (doppia) morale

Di una così volgare e ghiotta rivelazione non poteva mancare la lettura “politica”, che infatti è arrivata giovedì, nell’edizione online del Giornale della famiglia Berlusconi. Lì il “servizio-choc” delle Iene è stato reinterpretato facendo ricorso a una ancora più vasta generalizzazione: su 20 “automobilisti […] solo quattro si sono tirati indietro,” –  annotava l’anonimo redattore – a conferma che Le Iene hanno saputo ancora una volta “squarciare il velo su una realtà molto diffusa.” Quale? L’indifferenza nei confronti della prostituzione minorile? No, molto di più: la “doppia morale degli italiani”.

Non detto, eppure perspicuo, emergeva nel resoconto del Giornale il riferimento ai bunga bunga, a Berlusconi e a Ruby “Rubacuori”. Tacita eppure assordante e monocorde risuonava la rampogna contro il fariseismo di quegli italiani che accusano Silvio, quando sono loro invece i primi a non saper rinunciare al piacere di una minorenne!

Indizi che i sedici “puttanieri” pronti a tutto fossero anche degli intransigenti censori anti-berlusconiani, il servizio delle Iene non ne dava. Ma questo, al redattore del Giornale, poco è importato.

Ora, che gli italiani non stiano vivendo una stagione di memorabile virtù civica e personale, non c’è dubbio. Ma neppure, a me pare, hanno motivo di considerarsi così debosciati e infami come le tv e i giornali del loro premier (o della sua “famiglia”) li inducono a ogni passo a pensare.

In questa storia, infatti, si inseguono sondaggi ingannevoli e generalizzazioni deformanti, tali da richiamare alla mente un acuto detto di Mark Twain, secondo il quale “la gente di solito usa le statistiche come un ubriaco i lampioni: più per sostegno che per illuminazione”.

Camera candida, camera maliziosa

Partiamo, per ridare un po’ di senso alla suggestione delle immagini, dal video delle Iene. Le loro provocazioni hanno spesso colto nel segno. Fu così, ad esempio, quando svelarono, dei nostri parlamentari, l’abissale ignoranza. Certo, Le Iene è un programma interpretato da attori, che mescola informazione e intrattenimento. Nessuno pretende la scientificità. Ma in quel caso, l’universo di riferimento era ben circoscritto e i risultati sufficientemente indicativi da poter servire ai fini di una sacrosanta denuncia.

Il test di mercoledì con Giulia era invece – chissà perché – particolarmente mal concepito. Di chi si voleva sondare l’atteggiamento verso la prostituzione minorile? Degli italiani maschi in generale? Di quella minoranza di italiani maschi che vanno a puttane? Oppure ancora di quella minoranza della minoranza di italiani maschi e puttanieri, che vagano sfaccendati in orario di lavoro lungo i viali della periferia milanese?

Insomma, quell’80% rappresenta la quasi totalità di una frazione rimasta vaga e nell’ombra. Una parte di noi e della nostra comune umanità – non c’è dubbio. Ma, appunto, una parte. Non la più diffusa, tutt’altro. E neppure un modello di normalità.

Che televisione e che giornali sono dunque quelli che surrettiziamente, attraverso le più varie manipolazioni, spacciano una parte per il tutto (o quasi) e poi inducono il pubblico a rispecchiarsi e collettivamente a riconoscersi in un fondo torbido di società? Magari togliendosi pure lo sfizio di schiaffeggiarlo, quel pubblico, aggiungendo umiliazione a umiliazione?

Questa informazione moraleggiante farà anche scandalo e spettacolo, ma a un prezzo inaccettabile: ci svergogna come dei bruti per i quali ogni obiettivo di civiltà e di progresso diviene semplicemente inarrivabile.

Comunque, se si volevano mettere alla berlina gli italiani, la prova – a ben guardare – non è poi così riuscita. Nell’arco di otto ore, dalle 10 alle 18, i “puttanieri” sono stati venti. Venti su quanti? I conti non fatti dalle Iene proviamo a farli noi.

In base a quel che appare nel filmato e a quel che si sa di Milano, si può stimare che tra chi passava per il marciapiede e chi transitava per il viale saranno stati almeno mille ogni ora i maschi che hanno adocchiato Giulia. Mettiamo pure che Giulia e Matteo Viviani si siano concessi una pausa pranzo di sessanta minuti. Venti su settemila italiani maschi, in transito coi loro ormoni, le loro convenienze e la loro morale, fa una percentuale dello 0.3%. Quattro hanno poi desistito. Ne sono rimasti sedici, pari allo 0.2%. Tanto o poco? Probabilmente non abbastanza da lanciare accigliate e generiche denunce. Certamente non abbastanza per fare audience.

Ci sono poi almeno altri due problemi.

Suggestiva confusione

Qualunque fosse il campione, perché incentivarlo con un’esca così suggestiva se non per massimizzare il risultato cercato? Quello che i potenziali “puttanieri”, dal loro punto di vista, si sono visti offrire è stato l’equivalente di un invito che non si poteva rifiutare. Una prostituta “bella come non si era mai vista”, disponibile a tutto o quasi, e a un prezzo stracciato. Che alla Iena Viviani i clienti siano parsi particolarmente “arrapati” non può stupire.

Solo in extremis, solo dopo che ne era stata stimolata l’irrefrenabile concupiscenza, i predatori predati si vedevano “opporre” da Giulia, in modo sempre conciliante e sormontabile, l’ostacolo della sua minore età. Sedici clienti, che già avevano perso la ragione, non l’hanno recuperata. Altri quattro, sì.

L’unica conclusione che mi sento di trarre – da una prova così male o maliziosamente congegnata – è che a quei quattro bisognerebbe chiedere di farsi avanti. Ognuno di loro ha infatti dato dimostrazione di un autocontrollo e di una statura morale che lo qualifica a candidarsi a capo del governo in sostituzione dell’attuale titolare.

E qui sta l’altro problema. Il sondaggio sulla prostituzione minorile traeva ispirazione, com’è ovvio, da una vicenda – l’affare Ruby – dove degli adulti con responsabilità sociali molto elevate hanno scelto – in maniera del tutto lucida e deliberata – di intrattenersi ripetutamente con la minorenne Ruby. Il come si siano rapportati a lei ce lo dirà un processo penale.

Ma quel che qui conta è la disparità delle situazioni che invece, istintivamente, ogni telespettatore è stato indotto a confrontare. Da una parte gli sfaccendati frequentatori diurni dei viali milanesi, dall’altra un capo del governo e un direttore di telegiornale. Da una parte, un manipolo di sfigati “puttanieri”, attirati da un’esca di inusuale fascino e sollecitati, nel pieno di una tempesta ormonale, a un’inconsueta e subitanea scelta morale (“sono minorenne”). Dall’altra, persone ricche e di potere, che col fascino della ricchezza e del potere hanno scientemente attirato Ruby nel loro giro di divertimenti.

Fenomeni del tutto diversi, unificati di fatto sotto una fuorviante classificazione assimilatrice.

L’informazione va a puttane

La conclusione del video – quell’80% che si imprimeva nella memoria come la percentuale di “arrapati” disposti a qualsiasi rapporto – induceva così a fare di ogni erba un fascio. I maschi italiani? Tutti, più o meno, uguali. Tutti, più o meno, maiali. Nello sfondo, si faceva strada il sentimento torbido dell’inutilità e anzi dell’ipocrisia di un processo dove Silvio ed Emilio, due italiani tra i tanti, sono accusati di aver fatto quello che tutti, o quasi, sembrerebbero disposti a fare.

Dallo stesso confuso retroterra sono poi fiorite anche le considerazioni dell’anonimo scriba del Giornale, che ha giudicato il video delle Iene come rivelatore della “doppia morale nazionale”.

Privo di un minimo di spirito critico, forse stanco per l’ossessiva ripetizione di un pensiero unico, lo scriba ha però visto doppio. Non c’è, in questa storia, nessuna doppia morale. C’è stata invece, a me pare, una collettiva scivolata in un’irresponsabile amoralità, che ai sedici sciagurati ha finito per accomunare, pur in diversa maniera, anche il programma Le Iene di Italia Uno e lo strabico giornalista del Giornale.

Nel gran trafficare con una prostituta minorenne, che non era prostituta e non era minorenne, a puttane alla fine è andato, non per la prima volta, un modo di fare informazione nel nostro paese.

2 commenti su “Quando l’informazione va a puttane

  1. Alessandro Dell'Unto ha detto:

    Dott. Bertoncello, la seguo ormai da molto tempo e con altrettanta ammirazione, opero in finanza da parecchi anni e non ho mai trovato niente di più utile ed educativo dei suoi articoli apparsi sul sito ” L’investitore accorto “, le confesso che spesso vado a rileggermeli. Apprezzo molto anche questo suo nuovo blog di stampo più socio-politico, credendo però che mai come ora la finanza sia anche lo specchio di un degrado sociale e politico del mondo occidentale, mi piacerebbe leggere la sua opinione su quello che sta avvenendo in questi giorni, dalle agenzie di rating con il loro alimentare una certa speculazione, il tentativo di concentrare l’attenzione sul debito dei Paesi europei periferici non vedendo tutta la “spazzatura” che ancora è nei bilanci delle grandi banche americane, io credo che dietro a questo ci sia anche un disegno di destabilizzazione dell’Euro. Sembra solo finanza, ma incide sulla ns vita di tutti i giorni.
    Alessandro

  2. Fab ha detto:

    Buonasera Dott. Bertoncello,

    lei è sparito anche da questo Blog! Che peccato!!

    Ho letto nel suo precedente Blog “L’Investitore Accorto” che lei gestisce

    “buona parte del suo portafoglio passivamente utilizzando degli ETF, sulla base di un’asset allocation per niente fantasiosa….”

    Fonte:

    http://investitoreaccorto.investireoggi.it/value-investing-o-investimento-passivo.html

    Ho anche letto questo articolo:

    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-04-29/spettro-banche-europee-224728.shtml?uuid=AaHoF4SD

    E su Plus del Sole24Ore di ieri, ho letto che ormai su 12 ETF, 8 sono sintetici.

    Fra le altre cose ho letto anche il libro che lei ha consigliato “All About Asset Allocation” di R. Ferri e “The Four Pillars of Investing” di W. Bernestein e sempre dello stesso “The Investor’s Manifesto”.

    Ho anche inviato un paio di email a W. Bernstein esprimendo tutti i miei dubbi sugli ETF sintetici in Europa che ormai sono diventati la maggior parte dell’offerta e il Prof. Bernestein è stato lapidario: lui non investirebbe un cent su nessun ETF sintetico e nemmeno un cent su tutti i prodotti iShares perchè è stata acquisita da Blackrock.

    Vorrei una sua opinione, se è possibile su tutto questo discorso!!

    Se in un post, mi lascia la sua email per contattarla, lo farò con grande piacere e interesse perchè lei è uno dei mioei eroi finanziari: gestisce il suo denaro con l’accortezza del buon padre di famiglia!! E non è da tutti!!!

    Cordiali saluti.

    Fab

    PS la mia email: farnedy@teletu.it

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