Come abbiamo potuto abbandonare la via della saggezza, lasciandoci fuorviare dalla banale preoccupazione che la ripresa non c’è? E non c’è il lavoro, e rischiamo di finire rovinati? Che sciocchezze! Per nostra buona sorte, c’è Mario Monti, il quale – in una provvidenziale intervista televisiva – ci riporta alla verità vera, quella che sta oltre l’ingannevole velo delle apparenze.
Dov’è, dunque la ripresa? Ma è chiaro: “La ripresa – ci rivela un ispirato Monti – non la si vede nei numeri ma io invito a constatare che la ripresa, se riflettiamo un attimo, è dentro di noi.”
Santiddio, perché mi sono lasciato travolgere da tanti inutili travagli dell’anima? Ora che ci penso, già Sant’Agostino diceva qualcosa di simile, quasi due millenni fa: “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas” (Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità).
Ma la saggezza di Monti è ancora più antica, quasi senza tempo.
Si rifà – mi pare – alle Upanishad vediche: “In verità all’inizio questo universo era unicamente Brahman, questi conobbe sé stesso ‘Io sono Brahman’ ed esso era Tutto. (…) E colui che ancora oggi comprende: ‘Io sono il Brahman’ costui è il Tutto e neppure gli Dei possono impedirglielo, in quanto diventa il Sé di loro stessi.”
Allo stesso modo, ciascuno di noi – seguendo l’esempio del bramino Monti – oggi può dire: “Io sono la ripresa, io sono il mio lavoro, io sono il mio reddito: io sono il Tutto”.
Questo modo di ridurre la molteplicità a una sostanza unica i filosofi lo chiamano monismo.
E il monismo, a ben vedere, è la strada migliore per superare le difficoltà del momento attuale. Perché se io “sono il Tutto”, la crisi – là fuori – non c’è più. La crisi, in fin dei conti, è una sciocchezza, una monata, come il monista Monti – nostro guru prima che capo del governo – opportunamente ci ha rammentato.